legionella pneumophilaLa legionellosi costituisce un problema emergente in Sanità pubblica, essendo sottoposta a sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della Comunità Europea e dell’Istituto Superiore di Sanità; si pensi che nel corso del 2015 sono pervenute all’ISS 1.569 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi di cui ben 158 nel Lazio.

Nonostante questi batteri siano stati scoperti da diversi anni, la legionellosi resta ancora una patologia poco conosciuta, soprattutto in ambito occupazionale.

Con il termine di Legionellosi, altrimenti nota come "malattia del legionario" si definiscono tutte le forme morbose causate da batteri Gram-negativi aerobi appartenenti al genere Legionella. La famiglia delle Legionellaceae comprende un solo genere con più di 50 specie alcune delle quali con più di un sierogruppo, tuttavia la L. pneumophila sierogruppo 1 è la specie maggiormente responsabili delle infezioni che colpiscono l'uomo determinando la febbre di Pontiac (una forma simil-influenzale di lieve entità, senza interessamento polmonare con un’evoluzione benigna anche in assenza di specifico trattamento antibiotico) e la malattia dei legionari (forma più severa di infezione con una letalità totale del 10 - 15% la quale determina, dopo un periodo di incubazione compreso tra 2 e 10 giorni, febbre alta, cefalea, tosse ed un quadro polmonare non distinguibile da altre forme di polmoniti batteriche o atipiche.

La Legionellosi è trasmessa per via aerea a seguito dell’inalazione di aerosol contenente legionelle o di particelle di polvere da esso derivate per essiccamento o, più di rado, in seguito ad aspirazione di acqua contaminata. La probabilità che i batteri raggiungano le basse vie respiratorie amuenta con il diminure del diametro delle goccioline inalate.

Il rischio di acquisire un’infezione è riscontrabile in tutti quegli ambienti in cui vi è potenziale rischio di esposizione ad aerosol infettanti e con particolare riferimento al campo della sicurezza sul lavoro sono noti casi di legionellosi tra gli operatori sanitari, dentisti, addetti alla pulizia degli impianti di trattamento aria, manutenzione degli impianti di distribuzione dell’acqua ad uso sanitario e impianti di depurazione, minatori, giardinieri, ecc..

Senza dubbio la prima misura di prevenzione e protezione che il datore di lavoro deve mettere in atto è costituita da un'attenta e dettagliata valutazione del rischio biologico, documentata da un dettagliato documento di valutazione dei rischi, che tenga conto altresì delle utili indicazioni fornite dalle linee guida approvate in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 in materia di prevenzione e controllo del rischio.

Il documento citato oltre soffermarsi sulla valutazione del rischio per settori specifici (strutture turistico recettive, stabilimenti termali, strutture sanitarie), affronta e fonisce indicazioni utili ed applicabili a tutti i settori produttivi per la progettazione, la realizzazione ed il controlo degli impianti principalmente a rischio quali gli impianti idro-sanitari e gli impianti aeraulici.

Leggi il testo integrale de:

scheda di Medicina del Lavoro INAIL "Il rischio di esposizione a Legionella spp. in ambienti di vita e di lavoro"

"Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi", approvate in Conf. Stato-Regioni nella seduta del 7/05/2015

 

 

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