Una recente sentenza del Tar del Lazio, accogliendo l’appello presentato dall’Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog (APLE), obbligherà il Ministero dell'Ambiente, dell'Istruzione e della Salute a fare una campagna informativa congiunta rivolta alla popolazione sul corretto uso dei cellulari e sui rischi connessi a tale attività.

Uno dei tanti rischi connessi all'uso del cellulare è infatti quello di esposizione ai campi elettromagnetici.

I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nell'ambiente poichè presenti naturalmente nel nostro ambiente (elettricità nell'atmosfera e campo magnetico terrestre) o generati da sorgenti artificiali quali elettrodomestici, radio, televisioni, telefoni cellulari e dispositivi medicali.
Essi si classificano, in base alla frequenza, ovvero al numero di onde che si propagano in un secondo (misurata in hertz), in campi elettromagnetici a:

  • frequenza estremamente bassa (fino a 300 hertz) - generati dai dispositivi elettrici presenti nelle nostre case;
  • frequenza intermedia (tra 300 hertz e 10 megahertz) - generati ad esempio dai computer;
  • radiofrequenza (da 10 megahertz a 30 gigahertz) - generati da radio, televisione, antenne per la telefonia cellulare e forni a microonde.

Quali sono gli effetti sulla salute umana?

La AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro sul proprio sito ufficiale con lo scopo di fare chiarezza dichiara:

È vero che i campi elettromagnetici aumentano la probabilità che insorga il cancro?

No, non ci sono attualmente prove scientifiche sufficienti a sostenere un rapporto diretto di causa ed effetto tra l’esposizione a campi elettromagnetici e il cancro, ma la comunità scientifica concorda sul fatto che sono necessari ulteriori studi.

Continua spiegando che il principale effetto delle onde elettromagnetiche sul corpo umano è il riscaldamento (lo stesso principio sfruttato nei forni a microonde per riscaldare i cibi.), ma i livelli a cui siamo normalmente esposti sono troppo bassi per causare un riscaldamento significativo.

In relazione agli effetti a lungo termine ed alla cancerogenicità delle onde elettromagnetiche, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza (CRF) come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani: agenti per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova di cancerogenicità in animali di laboratorio.

Come fare prevenzione?

Oggi i cellulari fanno parte della nostra vita e sempre più spesso diventano degli strumenti di lavoro. In quest'ultimo caso, il Datore di Lavoro ha l'obbligo di valutazione del rischio di esposizione a campi elettromagnetici connessi anche all'uso del cellulare fornendo adeguate misure preventive e protettive ed un'adeguata formazione del lavoratore esposto.

In merito alla valutazione dei rischi bisogna tener conto che l'articolo 181 comma 3 del testo unico in materia di sicurezza sul lavoro permette con riferimento ai rischi fisici di poter eseguire una valutazione senza condurre specifiche misurazioni, bensì includendo "una giustificazione del datore di lavoro secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata".
La possibilità di poter procedere ad una valutazione mediante giustificazione per l'esposizione a campi elettromagnetici prodotti dai cellulari è attestata dal documento "Decreto Legislativo 81/2008 Titolo VIII, Capo I, II, III, IV e V sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad agenti fisici nei luoghi di lavoro - Indicazioni operative" redatto dal Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome in collaborazione con INAIL e Istituto Superiore di Sanità, il quale annovera i telefoni cellulari tra le attrezzature e situazioni giustificabili purchè:

  • siano utilizzate secondo le indicazioni del costruttore;
  • non sono comprese le attività di manutenzione;
  • il datore di lavoro verifichi sul libretto di uso e manutenzione che l’attrezzatura sia dichiarata conforme al pertinente standard di prodotto (CEI EN 50360).

Aver valutato che la condizione espositiva non comporti apprezzabili rischi per la salute, non esime tuttavia il datore di lavoro da mettere in atto le misure di prevenzione e protezione necessarie ad assicurare che tale condizione sia verificata in primis la scelta del dispositivo da fornire al lavoratore verificando il livello di SAR sul libretto di uso e manutenzione. Tutti i manuali dei telefonini infatti devono riportare il valore massimo di SAR alla testa che è correlato alla quantità massima di energia elettromagnetica che può essere assorbita durante una telefonata. Il valore di tale parametro può essere confrontato con il limite di 2W/kg indicato in norme tecniche internazionali che devono essere rispettate dai costruttori.

A tal proposito si riporta il collegamento ad un articolo che riporta la classifica dei livelli di emissione associati ai principali modelli di smartphone dal titolo "Emissioni SAR: quali smartphone emettono più radiazioni elettromagnetiche?"

Una volta scelto il dispositivo è quindi necessario procedere ad informare e formare il lavoratore sul suo corretto utilizzo.
Allo scopo risulta particolarmente utile il materiale (video e cartaceo) pubblicato sul sito web del progetto “Usare ma non farsi usare”, nato dalla collaborazione tra il LaREA e il settore “Protezione dall’inquinamento elettromagnetico” che in ARPA Friuli Venezia Giulia  si occupa di radiazioni non ionizzanti.

Consulta il testo integrale del documento "Decreto Legislativo 81/2008 Titolo VIII, Capo I, II, III, IV e V sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad agenti fisici nei luoghi di lavoro - Indicazioni operative"

Visita il sito del progetto “Usare ma non farsi usare”

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